Si trova sulla via omonima dell’Esquilino, nei pressi della
Basilica di Santa Maria Maggiore.
La chiesa ha origini molto antiche. Fu costruita nel 489 d.C., dedicata a Santa Prassede, sul luogo dove santa Prassede e la sorella Pudenziana, figlie del senatore Pudente, raccolsero in un pozzo i resti di ben duemila martiri della Chiesa cristiana, prima di essere esse stesse martirizzate per questo gesto di pietà e di fede religiosa.
La chiesa attuale invece si deve al rifacimento operato durante il pontificato del papa
Pasquale I verso il 882, che costruì un nuovo edificio al posto del precedente, ormai decrepito. Al IX secolo risalirebbe anche la facciata in mattoni con bel portale cinquecentesco.
Nella nuova chiesa il papa vi fece trasferire le spoglie di circa duemila martiri cristiani che erano sepolti nelle catacombe di Priscilla.
Vi è sepolto
P. Anchier.
La basilica è a tre navate suddivisa da colonne di granito. Al centro del pavimento si trova un disco che copre il pozzo dove sono raccolti i resti dei martiri.
L'ingresso della chiesa, costituito da un piccolo portico, nulla lascia immaginare della straordinaria ricchezza dell'interno, dove i mosaici del IX secolo che coprono il catino absidale, l'arco absidale e l'arco trionfale sono tra i più importanti a Roma. L’arco trionfale che introduce al recinto presbiteriale è decorato da una raffigurazione musiva della Gerusalemme Celeste verso la quale si riversano le folle degli Eletti; in alto campeggia l’immagine di Cristo fra Angeli e Santi, fra cui anche Santa Prassede e sua sorella Santa Pudenziana. La zona del presbiterio, al centro del quale troneggia un ciborio, è invece decorata coi Ventiquattro Seniori dell’Apocalisse che protendono le braccia offrendo corone all’Agnello Mistico, agli Arcangeli, agli Evangelisti e agli Apostoli, qui rappresentati simbolicamente. Il catino absidale presenta invece il Redentore fra i Santi Pietro, Paolo, Prassede, Pudenziana, Zenone e Pasquale I, che offre il modellino della chiesa e risulta cinto da un nimbo quadrato anziché tondo perché ancora vivente all’epoca dell’esecuzione dei mosaici. Più in basso, una fascia con al centro l’Agnello Mistico con le dodici pecorelle, simboleggianti gli Apostoli, i due fiumi sacri e le due Città Sante, Gerusalemme e Betlemme.
A metà della navata di destra si trova la Cappella di San Zenone, fatta erigere dal papa Pasquale I come mausoleo della madre Teodora. E’ soprannominata Giardino del Paradiso, per i suoi mosaici in stile bizantino.
In una nicchia, aperta nella Cappella di San Zenone è conservata una colonna alta circa 63 cm, tradizionalmente ritenuta la colonna della flagellazione di Cristo.