Ieri, accompagnando mia moglie al Pronto Soccorso, ho vissuto un'esperienza talmente allucinante che non la auguro a nessuno.
Ma chi ci governa si rende conto delle condizioni di disagio e dei disservizi in cui versano i malati? Di come sono costretti ad attendere per ore e ore una visita? Ma questi politici del piffero, dove vivono?
Probabilmente si fanno curare a pagamento e quindi, non avendo bisogno del Pronto Soccorso, non capiscono appieno che i continui tagli operati dagli ultimi governi, nazionali e regionali, hanno determinato una vergognosa situazione della rete ospedaliera che è quasi collassata. Purtroppo un disagio può essere affrontato e risolto solo se conosciuto e vissuto in prima persona.
Non è che voglio per forza buttare discredito, però, capite che io e mia moglie siamo entrati in ospedale che era giorno e pioveva e siamo usciti, oltre sedici ore dopo, a notte fonda, con la città che ancora dormiva e l'orizzonte che già iniziava a sfocare, dietro ai palazzoni, nella tonalità dell'alba imminente.
Il freddo s'infilava sotto il giaccone e penetrava nelle ossa, ma le smorfie sul viso non erano dovute all'aria gelida, bensì al disgusto per tutte quelle ore trascorse, fatte di stanchezza, d'inaccettabili e interminabili attese, di lamenti di pazienti abbandonati in barelle accostate alla parete di un corridoio, di situazioni non degne di un paese civile.
Mentre raggiungevamo la macchina parcheggiata in fondo alla strada deserta e silenziosa, ho avuto un improvviso flashback. Ho visto le immagini dei telegiornali di qualche anno prima e le spese pazze del capogruppo PDL in Regione Lazio, e il piano miracoloso della governatrice che da un lato chiedeva sacrifici ai cittadini, con tagli ai servizi sanitari, e dall'altro, con leggi e regolamenti, regalava fiumi di denaro ai gruppi della regione. E dietro la cortina fumogena delle belle parole si chiudevano gli ospedali, si riducevano i servizi e si tagliavano i posti letto, mentre milioni di euro erano intascati dai consiglieri, con stipendi doppi rispetto a quelli dei loro colleghi della Lombardia.
I politici, per esigenze di bilancio, hanno messo a rischio il diritto fondamentale alla salute, ma lo stesso rigore mica lo hanno applicato anche a loro stessi e questo è uno schiaffo alla povera gente che oggi non può neanche più curarsi.
Questo brano tratto dal Il Supplente di Matematica descrive la situazione di un pronto soccorso nell'anno 2014.
G. D'Angelo