La mattina mi metto un paio di scarpe strette

Dovete sapere che in questi anni sono stato testimone di tante cose brutte e storte.
Ho...


La mattina mi metto un paio di scarpe strette

La mattina mi metto un paio di scarpe strette
Dovete sapere che in questi anni sono stato testimone di tante cose brutte e storte.
Ho visto la nostra povera Italia abusata da una casta che, senza pudore, ha prodotto un debito enorme e ha causato una profonda crisi.
Ho conosciuto persone che fino a poco tempo fa erano benestanti e ora, invece, non sanno più come tirare avanti dignitosamente. Le ho viste, anno dopo anno, sempre più in difficoltà perché, non sono rappresentate né politicamente, né sindacalmente e per la stampa e i mass media non esistono.
Ho incontrato giovani che a trenta anni non lavorano e sopravvivono alle spalle dei genitori, senza alcuna copertura assistenziale o previdenziale. Altri invece, più fortunati, un lavoro lo hanno trovato, però devono fare i conti con uno sfruttamento legalizzato, con stipendi da fame, paragonabili a quelli degli extra comunitari.

Ho guardato i ragazzi che avevo di fronte. Stavano lì, pronti a sorbirsi qualunque cosa, purché non si trattasse di matematica, con lo sguardo perso di chi non immagina minimamente il futuro che l'aspetta. Il pensiero che, dopo la scuola, avrebbero dovuto combattere con le stesse difficoltà mi ha turbato e ho ripreso il discorso più infervorato.

Però questo non vale per tutti perché, in Italia, caso vuole che i figli di farmacisti siano anche loro farmacisti, i figli di avvocati siano avvocati, i figli di notai siano notai e non parliamo dei figli dei politici che sono di tutto di più. Così mentre i raccomandati hanno la carriera assicurata, gli altri, anche se sono dei geni, per essere apprezzati devono trasferirsi all'estero e tutto ciò avviene sotto la supervisione e il benestare di chi ci governa.
Negli ultimi anni la politica è diventata un unico comitato di affari che comprende tutti, dalla destra alla sinistra. Apertamente, senza remore, prima con il governo tecnico di Monti, poi con il governo Letta delle grandi intese e infine con l'attuale governo Renzi, la destra e la sinistra stanno appassionatamente insieme a prendere decisioni con sempre meno vergogna. E le elezioni? Ormai servono solo a stabilire come dividere la torta che, indipendentemente dalla grandezza delle fette che spettano a ciascuno, è sempre la stessa torta. Inoltre la legge elettorale, non prevedendo le preferenze, ha creato un Parlamento di non votati, ma di nominati da poche persone. I capi di partito sono liberi di far eleggere semplici portaborse, persone non qualificate ma servili e diligenti, impiegati fedeli in libro paga, con lo scopo di assicurarsi un dominio smisurato e assoluto. In tal modo le nostre istituzioni, in questi anni, hanno accolto dei personaggi stravaganti come Razzi e Scilipoti, altri del calibro della Minetti e del Trota, oltre che la folta schiera di avvocati di Berlusconi che sono stati eletti nelle liste PDL. E stanno lì, tutti insieme, appassionatamente ad arricchirsi con la politica…

Mentre parlavo mi è balenato un dubbio. Di colpo, mi sono interrotto per chiedere conferma: «Sapete chi sono Razzi, Scilipoti, Minetti e il Trota? Vero?»
«Io conosco Annalisa Minetti.»
«Annalisa?»
«Sì, Annalisa Minetti la cantante non vedente che ha vinto anche il Festival di Sanremo» ha insistito, sicuro di quello che stava dicendo.
«Guarda che io sto parlando di Nicole Minetti.»
La mia supposizione era fondata e quindi, un po' sconfortato, ho iniziato a spiegare: «Nicole Minetti è l'igienista dentale di Berlusconi che si è ritrovata di punto in bianco a fare la consigliera regionale in Lombardia.»
Ho evitato di approfondire sul come fosse diventata consigliera regionale, in fondo stavo parlando a dei minorenni e quindi sono andato oltre: «E Razzi chi è?»
Pausa di silenzio. Nessuno è intervenuto, allora mi sono risposto da solo: «Razzi è quell'onorevole che è stato ripreso in un video, fatto di nascosto, mentre confidava di aver votato la fiducia al governo Berlusconi solo per motivi personali, di tornaconto economico, per prendersi la pensione. Un personaggio che sta in Parlamento solo a farsi i cavoli suoi, in una sana democrazia sarebbe stato cacciato in malo modo e mai più votato…»
«Sarebbe stato cacciato a calci in culo, professò» ha confermato Ferdinando con il suo linguaggio diretto.
«Invece sta ancora lì e ora è senatore. Addirittura è stato rieletto nonostante la storia del video, la mancanza di competenze e la sua difficoltà a padroneggiare la lingua italiana. Sapete dove? Nelle liste del PDL. Probabilmente il suo cambio di casacca era subordinato alla promessa, poi mantenuta, di una rielezione sicura.»
Ho chiesto di Scilipoti e ho atteso una risposta che non è arrivata. Mi è toccato nuovamente chiarire: «Scilipoti, come Razzi, cambiò casacca alla vigilia di un voto di fiducia fondamentale per la sopravvivenza del governo Berlusconi e pure lui è stato rieletto senatore nel PDL. Entrambi devono ringraziare Berlusconi che, senza vergogna, li ha messi in lista nel suo partito e la pessima legge elettorale che purtroppo abbiamo. Razzi e Scilipoti, per riconoscenza e convenienza, sono diventati dei pupazzi nelle mani di Berlusconi. Lo stesso Razzi ha ammesso: “Sono un suo dipendente, uno schiavo, lui è il capo, è Berlusconi che mi paga ed io sono al suo guinzaglio.”»
Mi sono accorto che nervosamente e inconsapevolmente stavo agitando nell'aria la penna che avevo in mano e quindi l'ho poggiata sulla cattedra, poi ho chiesto: «E il Trota? Sapete chi è?»
Questa volta Acanfora è intervenuto: «È il figlio di Bossi.»
«Meno male, almeno il Trota lo conoscete. Uno che è stato tre volte bocciato all'esame di maturità indovinate nell'Italia dei figli di papà cosa fa?»
«Il consigliere regionale» ha risposto nuovamente Acanfora.
«Giusto. Così mentre tanti laureati con 110 e lode fanno i tirocinanti o lavorano nei call center a 700 euro a mese, lui, come la Minetti, è stato piazzato nel consiglio regionale della Lombardia a guadagnarsi i suoi bei diecimila euro al mese. Insieme appassionatamente ad arricchirsi con la politica. Ma neanche i lauti stipendi, le indennità, i benefici e i privilegi da casta sono sufficienti ed ecco che spuntano le spese pazze fatte dai politici, gli acquisti assurdi fatti con i soldi pubblici.»
Mi sono ritrovato di nuovo con la penna in mano a tambureggiarla nervosamente sulla cattedra. Sul clic-clac della penna, ho ripreso il discorso.

Dovete sapere che, per colpa della politica che non fa bene il suo lavoro, in questi anni ho conosciuto persone che hanno il SUV e non pagano la mensa scolastica perché per il fisco sono povere. Ho conosciuto treni in ritardo colmi di pendolari ammassati come bestie in vagoni insufficienti, valido esempio di disservizio pubblico da terzo mondo. La vergognosa situazione della sanità che, dopo i continui tagli operati, è quasi collassata. La situazione della giustizia italiana con tempi di attesa decennali.
In questi anni sono stato testimone di così tante cose storte che il solo pensarci mi fa venire il mal di testa. In compenso ho scoperto che indossare un paio di scarpe strette può aiutare.

Ho chiuso la penna in borsa per evitare di ritrovarmela ancora fra le mani e ho concluso: «Quindi ragazzi, ascoltate il mio consiglio spassionato. Non sapete come affrontare la vita? La ragazza vi ha lasciato? Avete preso un brutto voto? Siete preoccupati e scontenti? Allora mettetevi un paio di scarpe strette.» Ho indicato le ragazze: «Voi strette e con il tacco alto.»
Per enfatizzare le parole che stavo per dire, ho allargato le braccia, mi sono appoggiato allo schienale della sedia e ho imitato l'espressione: «La sera quando ve le toglierete, dopo una giornata di sofferenza ai piedi, per il sollievo e la soddisfazione la vita vi sembrerà più bella. Appagati, chiuderete gli occhi e aprirete le labbra in un sorriso di liberazione e, di colpo, tutte le cose storte saranno dimenticate.»

G. D'Angelo






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