Il decreto Imu-Bankitalia è stato convertito in legge alla Camera grazie alla "ghigliottina" applicata, per la prima volta nella storia repubblicana, dalla presidente Laura Boldrini per interrompere l'ostruzionismo del M5S contrario al decreto.
Per capire il perché della ghigliottina e di tanto polverone, all'epoca, avevo cercato informazioni ma la ricerca non era stata facile. L'intera stampa non ne parlava e i politici idem. Era il tipico esempio di come, in Italia, alcuni fatti sono clamorosamente omessi, di come la macchina dell'informazione non approfondisca di proposito certi contenuti, li eviti volontariamente, per distogliere l'attenzione da argomenti ritenuti scomodi.
Così sui giornali in quei giorni si parlava di IMU, scompariva la seconda rata, e non si riusciva a capire che cosa avesse generato tanta agitazione in Parlamento. Poi, per caso, avevo trovato l'articolo
Il vero scandalo di Bankitalia pubblicato su lastampa.it e la seguente frase:
"La Banca d'Italia pesca dalle sue riserve e aumenta il capitale a 7,5 miliardi, come farebbe qualsiasi altra società chiamata ad allineare il proprio valore a quello…di mercato. A favore degli azionisti, certo. E di chi altri?" mi aveva aperto la mente.
Normalmente, quando c'è un aumento di capitale, sono i soci a dover sborsare il denaro per ricapitalizzare. Invece, in questo caso, non sono loro a mettere i 7,5 miliardi e quindi questi miliardi diventano un regalo, un patrimonio a esclusivo vantaggio degli azionisti cioè delle banche private che detengono il 95% del capitale sociale della Banca d'Italia.
Poiché il valore di Bankitalia sale a 7,5 miliardi di euro, le banche vedranno le proprie quote di partecipazione rivalutate enormemente, di circa cinquantamila volte. Inoltre il decreto impone a chi detiene più del 3% delle quote, di vendere. Il bello è che se nessun privato è disposto ad acquistare le quote allora la banca centrale è tenuta a ricomprarsi le quote eccedenti a prezzi che sono stati artificiosamente gonfiati di ben cinquantamila volte.
Eppure, nonostante che questo decreto sembri una truffa ai danni dei cittadini e un regalo alle banche, nell'articolo c'è scritto:
"Un regalo? Si e no. Perché sulle quote rivalutate le banche pagheranno le tasse, e nelle casse dello stato entreranno 8-900 milioni."Questa frase mi ricorda quello che facevo a mia figlia quando era piccola. Le chiedevo di darmi la sua banconota di 10 euro e in cambio le davo tre monete da dieci centesimi. Per convincerla le facevo notare che mentre lei mi dava un solo pezzo per contro ne riceveva ben tre e quindi le conveniva. Oggi, però, a dieci anni, mia figlia ha capito il valore dei soldi e non ci casca più. Anche lei capirebbe che 7,5 miliardi dati sono più di 8-900 milioni ricevuti.
Ma l'articolo si spinge oltre:
"Per tagliare l'Imu, la seconda rata, servivano all'incirca 2,2 miliardi. E non potendo agire su nessun'altra leva, a cominciare dalle tasse pagate dalle famiglie, il governo ha pensato bene di caricare i due terzi di questo sforzo proprio su banche e assicurazioni portando a quasi il 130% l'acconto Ires e Irap versato a fine anno.
Ripeto: versato, passato del verbo versare. Cash!
Un bel regalo davvero!"In questo punto l'autore dell'articolo, addirittura, sembra che ci voglia convincere che sono le banche che hanno fatto un regalo ai cittadini. In realtà le banche non versano nulla di più di quello che devono, infatti, le imposte sui redditi, avvengono in due fasi, nel caso abbiano anticipato più denaro con l'acconto poi, al saldo, pagheranno di meno.
Ripeto: ottengono 7,5 miliardi e non versano, negazione del presente del verbo versare, nulla di più di quello che devono.
Per lo stato una bella fregatura davvero!
Come mai poi il governo ha pensato di mettere assieme, nello stesso decreto, Bankitalia e il taglio dell'Imu? Sembra una scelta meditata, programmata, studiata a tavolino per nascondere qualcosa dietro un provvedimento sul taglio delle tasse e per blindarlo con il ricatto sulla decadenza del taglio dell'Imu. Se non fosse stato per l'opposizione del M5S, la stampa, assoggettata al potere economico-politico, avrebbe dato enfasi solo al taglio dell'IMU mentre l'altro provvedimento sarebbe stato omesso o al più sussurrato.
Possibile che il governo, l'autorità garante e i giornalisti sono tutti collusi con i grandi banchieri? In Italia tutto è possibile. Addirittura le banche possiedono la Banca D'Italia che dovrebbe vigilare sulle banche stesse. Solo da noi succede che i controllati sono i proprietari dei controllori. Le banche poi sono ben rappresentate in politica e hanno importanti partecipazioni nei giornali nazionali e quindi non c'è da stupirsi se questi sono diventati dei trombettieri del potere.
I giornali interpretano, estrapolano e traggono conclusioni a volte opposte sull'accaduto. Per esempio, se allo zoo un politico di destra per un pelo non è mangiato da un leone e un giornalista assiste alla scena, su un giornale di sinistra, il giorno dopo, comparirà il seguente articolo: "Fascista ruba pasto a immigrato africano."
G. D'Angelo