La Chiesa Nuova o Santa Maria in Vallicella si trova nel rione Parione ai confini con il rione Ponte.
La chiesa è legata alla figura di San Filippo Neri, chiamato dal popolo "Pippo buono", e alla Confraternita dei Filippini da lui fondata.
Fu il papa
Gregorio XIII che affidò alla Confraternita, in segno di riconoscimento per l'opera svolta, la vecchia chiesa detta di Santa Maria in Vallicella (così chiamata per la presenza di un avvallamento).
Nel 1575 la chiesa venne ricostruita (da qui Chiesa Nuova) da Pietro Bartolini di Città di Castello. I lavori di ricostruzione proseguirono nel 1583 con
Martino Longhi il Vecchio.
I lavori della facciata, finanziati da
Angelo Cesi, iniziarono nel 1594 su progetto di
Fausto Rughesi e si conclusero, dopo un'interruzione tra il 1598 e il 1603, nel 1605.
Vi è sepolto
Pier Donato Cesi.
La Chiesa si presenta oggi con la sua bella facciata tutta in travertino, di recente restaurata, con due ordini scanditi da lesene corinzie con l'ordine superiore collegato a quello inferiore da due piccole volute laterali, riprese dalla facciata della
Chiesa del Gesù . Nella parte inferiore si aprono due piccoli portali ed un portale centrale di dimensioni maggiori affiancato da colonne e sormontato da un timpano curvo. Al centro dell'ordine superiore vi è una finestra balaustrata tra colonne su cui poggia un timpano e ai lati due nicchie che ospitano le statue di San Girolamo (a destra) e San Gregorio Magno (a sinistra).
L'interno è a tre navate. La navata centrale è affiancata dalle due navate minori sulle quali si affacciano cinque cappelle per parte.
Nella navata principale, alzando gli occhi, si può ammirare al centro del soffitto, il grande affresco della visione di S.Filippo Neri, una bellissima opera di
Pietro da Cortona. Nella cupola e nell'abside si trovano altri affreschi di
Pietro da Cortona.
L'altare è decorato dal quadro "Angeli in Venerazione della Madonna" capolavoro del 1608 di Rubens, dipinto che copre un'antica immagine della Vergine con Bambino. Le due tele laterali raffiguranti i "SS. Gregorio Magno, Mauro e Papia" e i "SS. Domitilla, Nereo e Achilleo" sono sempre di Rubens. In alto sull'altare si può ammirare un grande Crocifisso in legno policromo, tra i più belli dell'epoca, opera dello scultore francese
Guillaume Berthelot del 1615 e due statue di "Angeli", opera di Francesco Maratti.
A sinistra dell'Altare Maggiore si apre la cappella dedicata a San Filippo Neri ricca di marmi intagliati, pietre dure e madreperla di grande bellezza.
La sagrestia, realizzata nel 1629, è considerata una delle più belle di Roma. La volta è affrescata da
Pietro da Cortona con Angeli che portano gli strumenti della Passione. Di Taddeo Landi sono i grandi armadi di noce che si appoggiano alle pareti. Mentre in una nicchia dietro all'altare, si trova la statua di San Filippo Neri di
Alessandro Algardi.