Laddove s’innalzava l’antico Portico di Metello, costruito da Quinto Cecilio Metello nel 147 a.C., tra il 27 e il 23 a.C. Ottaviano volle erigere un nuovo portico che dedicò a sua sorella Ottavia.
Era costituito da un doppio colonnato che circondava due templi: quello di Giunone Regina, già esistente e ristrutturato per l’occasione, e quello di Giove, costruito interamente in marmo ad opera dell’architetto greco Ermodoro.
Sotto il portico, che arrivava sino alla Biblioteca di Ottavia, erano conservate numerosissime opere d’arte dei massimi scultori greci: Fidia, Prassitele, Skopas, Lisippo.
A partire dal Medioevo, sino alla soppressione del Ghetto, esso fu utilizzato come mercato del pesce, da cui deriva il nome della piccola chiesa edificata nelle strutture del propileo del Portico, dedicata a S.Angelo in Pescheria, fondata intorno al 755.
Al centro dei lati settentrionale e meridionale si trovavano due ingressi monumentali o propilei con facciate costituite da quattro colonne corinzie.
Del portico, un tempo lungo più di cento metri, rimangono alcune colonne dell’ingresso meridionale, risultato del restauro compiuto da Settimio Severo nel 203 d.C., l’architrave, il timpano e i due archi delle pareti laterali.