Il Foro di Cesare, compiuto nel 46 a.c., si estende tra il Foro Romano e la sella, compresa tra il colle Quirinale e il colle Campidoglio, spianata in seguito da Traiano per realizzare il suo Foro.
Dopo il 48 a.C., per commemorare la vittoria riportata su Pompeo a Farsalo e la conquista della Gallia, Giulio Cesare decise di ampliare il Foro Romano oltre la Curia con la costruzione di un nuovo complesso di edifici sacri e civili, che passò appunto sotto il nome di Foro di Cesare.
Si sviluppava come un vasto piazzale porticato prospiciente la facciata del Tempio di Venere Genitrice, indicata come patrona della stirpe Giulia, cui Cesare apparteneva, effigiata, all’interno della cella dell’edificio, in una celebre scultura del greco Arcesilao.
Il porticato, che in seguito fu decorato con opere d’arte provenienti dai territori conquistati dall’esercito romano, delimitava una piazza rettangolare con al centro la statua equestre in bronzo dorato di Cesare.
Sul lato rivolto verso il Foro, nelle immediate vicinanze della Curia, laddove oggi sorge la chiesa dei Santi Luca e Martina, c’erano invece una serie di tabernae, in cui erano ospitate botteghe e alcune scuole.